LA RIPRESA DELL’INFLAZIONEAprile 27, 2022
Come ci spiega chiaramente il sito “educational” della Banca Centrale Europea, nelle economie di mercato i prezzi di beni e servizi possono subire variazioni in qualsiasi momento: alcuni aumentano, altri diminuiscono. Si ha inflazione quando si registra un rincaro di ampia portata, che non si limita a singole voci di spesa. Questo significa che con un euro si possono acquistare oggi meno beni e servizi rispetto al passato.
In altre parole, l’inflazione riduce il valore della moneta nel tempo. Il tasso di inflazione viene accuratamente misurato in tutti i Paesi economicamente sviluppati. Quando si calcola l’incremento medio dei prezzi (ce lo spiega sempre la BCE), si attribuisce un peso maggiore alle variazioni dei beni e servizi per i quali i consumatori spendono di più (ad esempio l’energia elettrica) rispetto a voci di spesa meno significative (quali lo zucchero o i francobolli).
Inoltre, le singole famiglie hanno abitudini di spesa diverse: alcune possiedono un’automobile e mangiano carne, altre si spostano esclusivamente con i mezzi pubblici o seguono una dieta vegetariana. Le abitudini di spesa medie dell’insieme delle famiglie determinano il peso da attribuire ai diversi beni e servizi nella misurazione dell’inflazione. Dunque, nel calcolo dell’inflazione si tiene conto di tutti i beni e servizi consumati dalle famiglie, fra i quali figurano: generi di uso quotidiano (ad esempio capi di abbigliamento, computer, lavatrici); servizi (ad esempio affitto dell’abitazione, servizi di parruccheria, assicurazioni).
Dal punto di vista dei consumatori e dei risparmiatori, il tasso di inflazione ci indica la misura in cui, col passare del tempo, si riduce il nostro potere di acquisto (consumatori), o diminuisce il valore dei nostri risparmi (risparmiatori). Come molti di noi ricordano, l’Italia ha avuto per molti anni un problema di inflazione “galoppante” (con un picco, nel 1980, addirittura del 21,2%). Con l’ingresso nell’area Euro, la nostra inflazione era stata posta sotto controllo, apparentemente “per sempre”. E infatti per molti anni abbiamo avuto tassi di inflazione davvero bassi.
Ma nel 2022, di colpo, c’è stato un salto quantico verso l’alto. Siamo passati dall’1,9% del 2021, al 6,7% di marzo 2022. Vuol dire che, nel corso del 2022, se le cose vanno avanti così alla fine avremo perso il 7% del valore dei nostri risparmi (pochi o tanti che siano). Un problema su cui, come cittadini al tempo stesso consumatori e risparmiatori, dovremo riflettere attentamente, cercando di rimodulare di conseguenza i nostri comportamenti Nel grafico allegato riportiamo l’andamento annuale dell’inflazione dal 2001 a oggi (con relativa funzione polinomiale di interpolazione, per evidenziare la tendenza sottostante).
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