LA TEMPESTA PERFETTA

Gli osservatori parlano di “tempesta perfetta”, per qualificare la bufera che sta per abbattersi sulle famiglie e sulle imprese italiane e di tutto il mondo, a causa degli incrementi dei prezzi energetici e delle materie prime.

 

Il Centro Studi di Confindustria arriva a segnalare un costo dell’energia elettrica superiore del 450% in dicembre 2021 rispetto a gennaio dello stesso anno per le aziende italiane; un incremento che determina, assieme alla dinamica dei prezzi delle commodity, un forte calo della produzione industriale in gennaio (-1,3%), che fa seguito alla diminuzione già registrata in dicembre scorso (-0,7%).

 

Non sono pochi coloro che dicono convenga fermare la produzione, piuttosto che arrivare sul mercato con prezzi che mai incontrerebbero la domanda.

Secondo l’Ufficio Studi CGIA di Mestre, diversi settori sono a rischio di blackout, dalla ceramica alla chimica, l’alimentare e la meccanica pesante, per non parlare del commercio e di tutti i servizi che hanno già scontato perdite dovute alla pandemia.

 

Per le famiglie gli effetti del caro-bolletta non tarderanno a farsi sentire.

 

Nel mese di gennaio 2022 il tasso di inflazione ha segnato +7,5% negli Stati Uniti e +5,1% è la stima per l'eurozona. E' la componente energia a trainare l'incremento dei prezzi. Basta analizzare il trend: elettricità e gas hanno registrato un aumento del prezzo pari al 9,3% annuo, il valore più elevato rispetto alla media dell’eurozona e il maggiore in assoluto dopo quello riportato in Spagna (+16,2%) e in Belgio (+13,8%), oltre che superiore ai maggiori partner internazionali, Francia (+6,8%), Stati Uniti (+6,4%), Regno Unito (+6%), Germania (+2,8%).

 

Nel primo trimestre del 2022 Arera, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente stima per le famiglie italiane in regime di maggior tutela, circa la metà del totale, un incremento della spesa per l’energia elettrica pari oltre il 100% se confrontato con lo stesso periodo del 2021, a causa dell’incremento addirittura del 300% della componente materia energetica.

 

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Secondo varie analisi la pressione sui prezzi sarà confinata al breve periodo, e non dovrebbe andare oltre i primi mesi del 2022. I dubbi però si moltiplicano, poiché sono tanti e complessi i fattori di turbolenza, non ultima la difficile partita geopolitica in Ucraina.

 

Le aziende italiane sono chiamate ancora una volta a prendere decisioni strategiche, sulla produzione, i prezzi, la comunicazione. Quali costi potranno comprimere per mantenere i prezzi il più possibile stabili? Quali segmenti di consumatori accetteranno incrementi di prezzo dei prodotti e servizi acquistati abitualmente? E come comunicare la pressione sui prezzi?

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