SANREMO, CRISTICCHI E L'ALZHEIMER

 

 

Simone Cristicchi e la sua “Quando sarai piccola” hanno generato commozione al Festival di Sanremo. Al di là delle polemiche, la canzone accende una luce sulla condizione di inconsapevolezza in cui versa un malato di Alzheimer o, in generale, una persona affetta da demenza.

Il corpo è ancora forte grazie ai progressi della medicina che aiutano il cuore, la struttura ossea, gli organi; il cervello invece svanisce un po’ per volta.

Si stima che oggi siano oltre 1 milione gli italiani di oltre 65 anni affetti da una forma di demenza senile, e il dato cresce a ritmi vertiginosi, come un’epidemia che sta diventano un’emergenza non solo italiana, ma diffusa nei paesi occidentali, dove cresce l’età media della popolazione.

E’ un’emergenza che investe non solo i malati, ma anche i loro familiari, perché globale, pervasivo e progressivo è occuparsi di un genitore ammalato di Alzheimer. E tanto spesso le famiglie sono sole ad affrontare questo dramma, perché lo Stato e la sanità pubblica possono intervenire e integrare solo parzialmente gli sforzi di assistenza dei care-giver.

L’unica serie storica disponibile, che solo parzialmente testimonia la presenza di un problema e la sua crescita nel tempo, è l’andamento delle Indennità di accompagnamento erogate dall’Inps alle famiglie italiane. Si tratta del contributo che lo Stato dà a quanti hanno un familiare completamente invalido, il più delle volte proprio un anziano affetto da demenza.

 

 

 

In 20 anni sono più che raddoppiate le indennità di accompagnamento riconosciute dall’Inps, e triplicato il contributo concesso ai privati (quasi 3 miliardi di euro nel 2023). Si tratta di una cifra incredibile, che però è solo un piccolo contributo ai grandi sforzi delle famiglie.

Ma bisogna dire che forse lo Stato ci sta pensando: pochi sanno che dal 2025 entra in vigore una riforma che potrebbe rivoluzionare l’approccio alla disabilità, e si spera che sia compreso il trattamento delle demenze senili. La Riforma sulla Disabilità - D.Lgs. 62/2024 rappresenta un cambiamento paradigmatico, poiché si passa da un approccio medico a uno bio-psico-sociale della disabilità. Inoltre alla gestione dell’Inps un po’ per volta si affiancheranno le amministrazioni locali, a cui sarà richiesto un grande sforzo di riorganizzazione dei servizi territoriali.

La riforma non cancellerà la sofferenza testimoniata dalla canzone “Quando sarai piccola”, ma tutti ci auguriamo che almeno sia un deciso passo avanti affinché nessuno più si senta solo nell’affrontare questo dolore.

 

 

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